Poiché tutti gli sforzi per la riannessione del Sudtirolo all’Austria erano rimasti infruttuosi, dopo la seconda guerra mondiale l’Austria ha tentato, nell’ambito della Conferenza di pace di Parigi, di arrivare ad uno statuto di autonomiaspeciale per il Sudtirolo attraverso trattative bilaterali con l’Italia. Le trattative hanno portato alla cosiddetta Convenzione di Parigi del 1946, che rappresenta una parte integrante del contratto con l’Italia. Ma l’attuazione dell’autonomia contrattualmente assicurata era molto lenta. In contrasto allo spirito della convenzione, l’Italia ha esteso i diritti dell’autonomia anche al Trentino con conseguenze politiche catastrofiche, in quanto la popolazione di lingua tedesca era in minoranza.
Siccome tutti gli sforzi diplomatici non davano risultati, l’Austria con il suo allora MinistrodegliEsteriBrunoKreisky nel 1960 ha portato la questione del Sudtirolo davanti all’Assemblea Generale dell’ONU. Nonostante la forte resistenza dell’Italia fu ordinato di avviare le relative trattative con l’Austria che infine nel 1969 portavano al cosiddetto “pacchetto”, una legge che prevedeva provvedimenti da parte dell’Italia a favore del gruppo linguistico tedesco in Sudtirolo. L’allegato calendario operativo aveva come oggetto il piano temporale delle misure del pacchetto e il componimento della vertenza con l’Austria. Un ulteriore obiettivo del pacchetto era quello di garantire un’autonomia per la provincia di Bolzano (senza Trento).